Un’importante scoperta destinata ad entrare nella storia della medicina porta il nome di un illustre medico beneventano, Carlo Pappone.
Grazie a lui, l’Italia mette a segno un gran colpo per la medicina mondiale. Un successo senza precedenti nella lotta alle aritmie cardiache maligne responsabili della morte improvvisa, che soltanto nel nostro Paese uccide almeno 50 mila persone all’anno.
È ancora sotto gli occhi di tutti la morte in diretta del calciatore Piermario Morosini, crollato sul campo di calcio a soli 25 anni colpito da un infarto fulminante causato da una displasia aritmogena del ventricolo destro denominata “sindrome di Brugada“, patologia genetica che prende il nome dal suo scopritore, lo spagnolo Josep Brugada.
Oggi, grazie al Prof.Carlo Pappone, si è trovata finalmente la cura definitiva. Ben venticinque pazienti guariti su venticinque trattati: il cento per cento di successo. Essi portavano in petto una vera e propria bomba ad orologeria. Ora sono stati “liberati” e possono vivere una vita più tranquilla, senza la spada di Damocle rappresentata dal fatto di poter subire un infarto fulminante da un momento all’altro.
Carlo Pappone, che da marzo scorso dirige l’Unità Operativa di Elettrofisiologia e Aritmologia dell’I.r.c.c.s. Policlinico San Donato di Milano, è una personalità di fama mondiale nel campo della cardiologia chirurgica. Il suo curriculum parla da solo: oltre ad essere l’inventore di quello che nel mondo della medicina è noto come il “Pappone Approach” (metodo Pappone, che porta appunto il nome dello scopritore ed inventore), sistema utilizzato in tutto il mondo per la cura e la soluzione definitiva delle aritmie cardiache causate da fibrillazione atriale, egli ha nel suo palmares ben 150 mila cuori operati, tutti con successo e senza mietere “vittime“, ben 295 pubblicazioni, 12 mila citazioni, oltre ad un impact factor superiore a 1.200.
Numeri stratosferici, da Premio Nobel per la medicina.
La nuova tecnica chirurgica, assolutamente poco invasiva in quanto non richiede l’utilizzo del bisturi, consiste in un’ ablazione “bersagliata“, in pratica una scossa di corrente elettrica a radiofrequenza che brucia selettivamente le cellule cardiache responsabili della patologia genetica ereditaria, dopo averle individuate attraverso una mappatura elettromagnetica del ventricolo destro.
L’intervento è in anestesia generale e prevede un ricovero di soli 3-4 giorni. A spiegarne la dinamica è lo stesso “inventore”, Prof. Carlo Pappone . “Con un ago, pungendo la parte inferiore dello sterno – spiega il “genio” – introduciamo un sondino che viene spinto fino a raggiungere la superficie esterna del cuore, l’epicardio, e ne rileva gli impulsi elettrici. In questo modo ricostruiamo l’anatomia e l’attività elettrica dell’organo, individuando con precisione il punto esatto del ventricolo destro in cui si nasconde la malattia. Quella è la zona da bruciare e a seconda dei casi può essere più o meno estesa, da alcuni a molti centimetri quadrati, fino ad arrivare, nei casi più gravi, ad un terzo dell’intero ventricolo“.
L’infarto causato dalla sindrome colpisce nella quasi totalità dei casi il genere maschile. Età media, 40 anni.
I risultati e gli esiti dell’intervento sono straordinari. Si pensi che l’esame elettrocardiografico dei venticinque pazienti operati, tutti già portatori di defribillatore, si è presentato normale sin dal giorno dell’intervento. Essi non solo non hanno più manifestato alcun segno clinico della malattia, ma addirittura non si esclude che possa essere loro espiantato, in via definitiva, il defribillatore che portano ancora in petto. Ma per farlo, dicono i medici dell’equipe del luminare sannita, bisognerà attendere cautelativamente almeno un anno dall’intervento.
È lo stesso Prof.Pappone a dare conto della sensazionalità della notizia, ” …per tutti quei pazienti che, consapevoli di essere affetti da sindrome di Brugada, vivono nel terrore delle conseguenze della loro malattia.”
Altri tentativi per eliminarne i sintomi, ed in particolare le aritmie, erano stati eseguiti in passato con buona percentuale di successo, ma non avevano mai avuto, nè avrebbero potuto averlo, come obiettivo l’eliminazione completa della malattia.
“Questo – precisa l”elettricista del cuore“, come ama umilmente definirsi – è il primo studio al mondo in cui una malattia genetica può scomparire applicando una speciale corrente elettrica attraverso un sondino che raggiunge la superficie del ventricolo destro“.
“I bambini che hanno la sfortuna di nascere con la sindrome di Brugada” -continua – “è come se portassero dentro un orologio in cui è segnata la data della loro morte, e la grande sfida è identificarli prima che il nefasto evento si concretizzi, sottoponendoli così all’intervento “riparativo” (e risolutivo).
Circa un terzo di coloro che sono affetti dalla sindrome non sa di averla. Magari perché non ha mai fatto un elettrocardiogramma, o perché inizialmente nel tracciato fatto non compariva alcuna aritmia. Morire d’infarto non è mai tanto naturale, specialmente se l’evento si manifesta in giovane età. C’è sempre, sotto sotto, qualcosa che non va. Di un uomo morto improvvisamente si è soliti dire “ Ma come è potuto succedere? Stava così bene...” Invece, se è morto, vuol dire che non stava affatto bene.
Spesso, purtroppo, la prima manifestazione clinica della malattia è anche l’ultima, cioè la “morte per arresto cardiaco“. Soltanto l’autopsia reperterà, quando ormai, però, sarà troppo tardi, la causa dell’infarto miocardico. E non di rado essa è proprio la sindrome di Brugada.
“In genere – spiega il Prof.Pappone – i pazienti affetti dalla sindrome muoiono d’infarto in concomitanza con una febbre alta, una malattia infettiva o un eccesso alimentare. La malattia è scritta nel DNA e in particolare si manifesta negli individui di sesso maschile. È trasmissibile geneticamente, il che vuol dire che se il padre ce l’ha, anche il figlio ha il 50% di probabilità di soffrirne“
“Finora – ricorda ancora lo specialista, – l’unica terapia possibile per i pazienti con una diagnosi di Brugada era l’impianto di un defibrillatore, una sorta di pacemaker che eroga una scarica quando il cuore si ferma“. Non una cura, pertanto, ma una semplice prevenzione.
“Oggi nel mondo vivono molte migliaia di uomini portatori di un defibrillatore impiantabile perché affetti da Sindrome di Brugada ad alto rischio di morte improvvisa. Ebbene per questi malati, e per tutti coloro che ancora devono scoprire di esserlo, è da oggi disponibile la prima vera cura, l’unica che ha dimostrato di eliminare la patologia fulminandola al cuore.”
Parole dirette ed inequivocabili, pronunciate non senza una giusta dose di orgoglio e di soddisfazione dall’illustre cattedratico sannita, vanto non solo per il Sannio, ma per l’Italia intera.
Lo stesso Josep Brugada, scopritore, come dicevo, della malattia, in un primo momento si era mostrato scettico. Ma poi ha dovuto arrendersi all’evidenza dei fatti.
A raccontarlo è ancora il Prof.Pappone.
“Era un giorno di giugno del 2014 e mi trovavo a Cuba, dove ho incontrato Josep (Brugada – n.d.r.). Gli ho detto che avevo un’idea per guarire la ‘sua’ sindrome, e che il modo migliore per ringraziarmi sarebbe stato quello di farmi provare. Lui era scettico, ma in ottobre è venuto a Cotignola ( presso la famosa Clinica “Villa Maria”, dove opera il medico beneventano – n.d.r) e ha dovuto ricredersi“.
E lo stesso Josep Brugada a parlare, ora, di “pietra miliare” e di “svolta” per descrivere il risultato ottenuto con la nuova metodica. “Adesso, – assicura – l’Unità operativa di Elettrofisiologia e Aritmologia dell’Irccs Policlinico San Donato di Milano ( diretto dal Prof.Pappone – n.d.r.) potrà essere considerato un centro di eccellenza e diventare capofila di un network internazionale che attrarrà pazienti con la sindrome di Brugada da tutto il mondo. Nei loro cuori si potranno eliminare le conseguenze di questa terribile malattia genetica che provoca l’infarto del miocardio. È incredibile. Abbiamo messo insieme – spiega – l’esperienza di Pappone nel campo dell’ablazione, che è la numero uno al mondo, con la nostra conoscenza della malattia sul fronte genetico e siamo stati capaci di imprimere una svolta“.
“Tutti ci siamo emozionati e abbiamo sentito battere il nostro cuore all’impazzata almeno una volta nella vita – conclude l’illustre cardiochirurgo sannita – Ecco, l’aritmia è una malattia misteriosa che non si vede, non si palpa. Il sogno sono diagnosi certe e terapie possibili“.
Al “San Donato“, nel nuovo reparto sono stati predisposti un numero di posti letto sufficienti a garantire all’incirca 3.500 interventi all’anno.
Sono attesi a Milano pazienti da tutti i Paesi del mondo. Su di essi sarà applicata la nuova tecnica. Il passo successivo, che lo stesso Prof.Pappone annuncia con orgoglio, sarà di insegnare ai medici, anche stranieri, come eseguire questa rivoluzionaria procedura.
Chiarissimo Professore Pappone grazie per avermi dato la gioia di essere potuto diventare nonno salvandomi da una insidia,che mi poteva stroncare e grazie ancora per tanti utili consigli,un paziente della terra i cui Baroni non hanno creduto nella Sua intelligenza e attento e sapiente ricercacatore
IO SO COSA SIGNIFICA ANCHE MIO PADRE è MORTO D’INFARTO TI RINGRAZIO QUELLO CHE MI DISPIACE CHE NOI ITALIANI INVESTIAMO I SOLDI NEI POLITICI E NON NELLA SANITA IL POPOLO ITALIANO è PROPRIO STRANO
iIIUSTRISSIMO PROF:PAPPONE: Io sono stato sottoposto ad un intervento di espianto e reimpianto del defribillatore per avvenuta infezione il 14/10/2014 a Cotignola .tale intervento è stato eseguito brillantemente dalla vostra equipe (dott.VICEDOMINI espianto e dott.KUCO REIMPIANTO) Ho letto (e non dubitavo) del Vostro successo sulla SINDROME di BRUGATA . Ora mi chiedo se sarebbe il caso di essere sottoposto a tale intervento. Entusiasmato dal Vostro successo saluto cordialmente Agrimi Saverio.
CHE GIOIA, IO CHE SONO UN PORTATORE DI PACE MAKER, CON SALTUARI RICOVERI OSPEDALIERI PER ARITMIA CARDIACA, LEGGERE UN’ARTICOLO DI QUESTO GENERE, ( L’HO RILETTO DUE VOLTE ), MI HA FATTO RICREDERE DI NON MORIRE PIU’ D’INFARTO.- VORREI ESSERE UN PROSSIMO PAZIENTE DI QUESTO ILLUSTRE LUMINARE, MA SE E’ IMPOSSIBILE PER L’ETA’ E PER I MEZZI, PREGO LA MADONNA DI INTERCEDERE PRESSO IL SUO DIVIN FIGLIOLO DI PROTEGGERE E SALVAGUARDARE DA OGNI MALE, QUESTO GRANDISSIMO UOMO CHE SARA’ IL SALVATORE DI TUTTI GLI AMMALATI DI ARITMIA DEL MONDO.-
Sono molto contento di sapere che e’ stato un italiano a fare questa grande scoperta, spero che presto anche qui negli Stati Uniti si incominci questa procedura che puo’ salvare migliaia di vite umane. Congratulazioni al nostro grande genio che spero gli verra’ assegnato il premio Nobel.
Mi chiamo Roberto abito a fano provincia (pu) ho 44 anni mi e stata diagnosticata la sindr di brugada 8 anni fa mi piacerebbe togliere il defibrillatore intanto vorrei fare tanti complimenti al proff!! X questa grande scoperta che fara’ felice tante persone complimenti ancora!!! Apresto
Vorrei sapere come fare per capire se sono affetto da questa patologia. Grazie.
Egregio lettore, un semplice elettrocardiogramma che evidenziasse un’aritmia sospetta da Sindrome di Brugada potrebbe indurre il cardiologo a disporre altri test specifici e più approfonditi.
Salve chiedevo se potevate aiutarmi ho mia zia con queste aritmie al cuore ho letto del dott. Pappone chiedevo per l intervento solo cotignola oppure anche a Napoli si può fare con il dott. Pappone grazie arrivederla
Prof. Carlo Pappone:
pappone.carlo@af-ablation.org
carlo.pappone@grupposandonato.it
Altri Contatti:
Segreteria del Dipartimento
Sig.ra D’Ambrosio Carla
Tel. + 39 02 52 77 42 60
Fax. + 39 02 52 77 4306
In bocca al lupo per la sua parente!
Salve, carissimo dottor Pappone vorrei fargli i migliori complimenti sia da parte mia sia da parte della mia famiglia, e soprattutto non smetterò mai di ringraziarla per avermi salvato la vita quando avevo appena 6 anni, grazie mille ancora che sono ancora tra le braccia della mia famiglia…
L’Esperienza della mia famiglia: Il nonno materno ,morto di infarto a 47 anni, mamma ha 47 anni infarto 3 fratelli 47 anni di infarto 1 sorella salvata da infarto,siamo ancora in 11 fratelli , che probabilita’ abbiamo di salvarci dall’infarto? Il Diabete ,sempre ereditato dalla nonna paterna, incide sull’infarto? Grazie .
Buongiorno caro professore io le vorrei chiedere dei pareri importanti su un altra patologia. Ho una bambina di 12anni e sono due anni che combattiamo con la sindrome di Wolff-parkinson-White da fascio anomalo di Kent a localizzazione anterosettale paradisiaca .Ad oggi lei ha subito varie procedure…ha fatto l ablazione….veicolazione due volte l ultimo tentativo e stato a fine novembre e visto le condizioni decisero di impiantarla anche se poi riuscendo a togliere gran parte del fascio all ultimo momento nn gli fu più messo il pacemaker..Oggi rispetto a come stava sta un pochino meglio con un terapia farmacologia con (cardiacor 7,5- e cordarone 200) pero ciò che io volevo e riuscire a risolvere il problema dalla radice.E solo una bambina e sta vivendo un calvario grandissimo!!!!!!! Ora se possibile io chiedevo un suo parere a riguardo……A mi sono dimenticato un particolare,lei viene seguita da un echipue stupenda e molto umana al Monaldi di Napoli….grazie anticipatamente x i suoi consigli
Prof. Carlo Pappone:
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Il Nobel è troppo poco !!!.
Dovrebbero creare una legge specifica per lui e altri luminari come lui che operano in campo medico, con la definizione di: “Bene Sociale Nazionale”. Specifico termini a totale protezione di questi straordinari studiosi; ma con i nostri politici, i titoli e salamelechi vari vengono coniati solo per loro !!!.
Prof. Pappone che il Signore ti dia lunga e serena vita per quanto Tu fai insieme ai Tuoi collaboratori !!!!.